
Dascha era una ragazza che viveva ai confini della realtà , su castelli costruiti con bustine di zucchero ai margini di una vita che non le piaceva affatto.
Una vita dove le era stata tolta la liberta di esprimersi in quanto persona in primis e come singolo essere umano . Così essa si era rifugiata in un mondo di autoctone fantasie dove poteva distaccarsi dal mondo reale e costruirsene uno proprio , uno migliore di quello che in realtà era attorno a lei che a suo modo di vedere era grigio e spento . In quei giorni tra l’autunno e la primavera Dascha passava le giornate a guardare la flebile luce del sole che passava attraverso le ragguardevoli nuvole sulla terrazza e si chiedeva dentro di se il perchè di un destino così nefasto nei suoi confronti . Appena lo pensava aggiungeva (mentalmente parlando ) una bustina di zucchero alla realtà circostante , così addolciva il mondo ed iniziava a fantasticare. Si immaginava di essere una principessa , ma non una principessa qualunque che aspetta di essere baciata dal suo principe e se ne sta tutto il giorno davanti allo specchio a pettinarsi i capelli . Ella immaginava di essere una sorta di principessa/paladina delle ingiustizie sociali , di scendere in campo per il bene dei suoi amici e della gente più sfortunata che conosceva e anche quella che non conosceva affatto . Così la sua mente viaggiava nei più fantastici mondi , dove dopo aver salvato delle vite e aiutato delle persone veniva anche premiata e riconosciuta , insomma era sotto i riflettori non come nel mondo vero dove veniva scartata e ripudiata per il solo fatto di cercarsi un proprio spazio vitale . Ma nella vita quella vera si aggrappava ad una sola cosa , un maglione , si avete capito bene un maglione tutto colorato che gli aveva regalato la signora della boutique dove abitava prima . Dascha quando aveva solo 12 anni e la signora era andata in pensione prematuramente per una malattia la aiutava nelle faccende domestiche , così la gentile signora le regalò questo bel maglione dicendogli che quando sarebbe stata più grande lo avrebbe potuto indossare e che nelle sue larghe maniche avrebbe potuto rifugiare le mani ogni volta che sentiva freddo , sia nell’anima sia nel corpo. Così Dascha faceva , ogni volta che tornava alla sua realtà e magari si alzava il vento portava le mani dentro le maniche e le stringeva forte chiudendo gli occhi , sperando di vivere ancora bei momenti come con quelli della signora della boutique .
Dolcissima Dascha, tra bustine di zucchero e un arcobaleno con le maniche. 🌹❤❤
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